First African-origin MP in Germany, Karamba Diaby, opts out of reelection due to racist abuse.

Il parlamentare tedesco Karamba Diaby, socialdemocratico dal 2013, ha deciso di non ricandidarsi alle prossime elezioni federali previste per settembre 2025. La sua scelta è il risultato delle numerose minacce e degli attacchi razzisti che ha dovuto sopportare nell'ultimo decennio. Nonostante il suo desiderio di trascorrere più tempo con la famiglia e di spianare la strada a politici più giovani, questo annuncio segue le recenti rivelazioni di essere stato preso di mira con messaggi di odio.

Nato in Senegal, Karamba Diaby, 62 anni, detiene il primato di essere stato il primo membro del parlamento di origine africana ad essere eletto al Bundestag. Si è trasferito nella Germania dell'Est nel 1985 con una borsa di studio e alla fine è diventato cittadino tedesco nel 2001. Durante il suo periodo in politica, ha dovuto affrontare violenze e minacce che hanno preso di mira lui e il suo team. Il suo ufficio parlamentare a Halle, Sassonia-Anhalt, è stato vandalizzato più volte, con proiettili sparati contro l'edificio.

Riflettendo sull'aumento del razzismo e dell'odio nella società tedesca dal 2013, Diaby ha espresso preoccupazione per l'aumento della retorica ostile, soprattutto nel Bundestag. Ha evidenziato i discorsi del partito di estrema destra AfD, che ha fatto commenti denigratori nei confronti di migranti e minoranze. L'attuale clima politico ha sollevato interrogativi su cosa sia considerato un discorso accettabile nella società. Diaby ha sottolineato la necessità di discussioni aperte senza ricorrere alla violenza.

Alla luce delle crescenti minacce e degli attacchi, compresi i recenti casi di fori di proiettile trovati nel suo ufficio, la decisione di Diaby di non ricandidarsi sottolinea l'urgente necessità di affrontare il razzismo e l'odio nella politica tedesca. Mentre si allontana dall'arena politica, le sue esperienze servono da duro promemoria delle sfide affrontate dai politici delle minoranze nel combattere la discriminazione e garantire una democrazia più inclusiva.

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