I ricercatori sviluppano un robot che può sorridere e ha la pelle

Nel mondo di oggi, il concetto di “robot con la pelle” è diventato una realtà. Esiste un sottogenere della fantascienza che esplora l'idea di robot indistinguibili dagli umani. Film e programmi TV come Ex Machina e Battlestar Galactica hanno affrontato questa questione in vari modi, avvicinandola al fatto di diventare un fatto scientifico. Un recente studio pubblicato sulla rivista Cell Reports Physical Science ha discusso di come gli scienziati siano riusciti a replicare con successo l’aspetto e il comportamento della pelle umana nei robot. Questa svolta potrebbe potenzialmente far avanzare la robotica bioibrida.

L'autore dello studio, Shoji Takeuchi, che dirige il Biohybrid Systems Laboratory presso l'Università di Tokyo, ha spiegato il processo di sviluppo della tecnologia. Si sono ispirati alla struttura dei legamenti della pelle e hanno creato un metodo per legare la pelle a complesse strutture robotiche. Questa pelle artificiale era in grado di muoversi e sorridere con i componenti meccanici del robot senza lacerarsi o sbucciarsi.

Takeuchi ha espresso ottimismo sul fatto che questa tecnologia potrebbe portare a ulteriori progressi, come dare ai robot la capacità di auto-guarirsi, in modo simile alla pelle umana. Sebbene lo studio non ne abbia parlato, non si può fare a meno di chiedersi se gli scienziati abbiano tratto ispirazione da fonti uniche, come il video di Lou Reed per la canzone “No Money Down”, in cui un Reed robotico si strappava la pelle dal viso. Potrebbero esserci delle connessioni intriganti tra gli studi bioibridi e altre forme d'arte o media.

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